Donna americana rapisce i figli al padre italiano, tra falsificazioni al Photoshop e l’inadeguatezza del Tribunale per i minorenni

Donna americana rapisce i figli al padre italiano, tra falsificazioni al Photoshop e l’inadeguatezza del Tribunale per i minorenni

Falsifica una fotografia con Adobe Photoshop e dopo cinque giorni scompare da casa con i bambini. E’ il 29 novembre, il papà si reca a scuola a prendere i figli e non li trova: il bidello gli dice che sono andati via poco prima con la madre. I telefoni della madre, della cognata e dei suoceri sono spenti.

Il papà in lacrime corre alla stazione dei Carabinieri più vicina denunciando la scomparsa della moglie americana e dei figli, teme che la moglie abbia scoperto una relazione extra-coniugale e sia in procinto di partire per gli USA con i figli. Interviene il Pubblico Ministero di turno che blocca le frontiere e il papà denuncia la madre per sottrazione di minori.

Il Maresciallo della stazione dei Carabinieri dopo una rapida indagine gli dice che i bambini sono con la madre in un’altra città, e gli consiglia di rivolgersi subito a un avvocato.
Nonostante l’intervento degli avvocati la madre rifiuta di fare vedere i figli al padre.

Dopo alcuni giorni arriva sulla testa del papà la tegola peggiore che potesse capitargli: gli viene notificata una denuncia per maltrattamenti da parte della moglie e gli vengono sequestrati computer e dispositivi digitali alla ricerca urgente di immagini della moglie nuda con un fisioterapista, che il marito, secondo le accuse, avrebbe carpito con inganno e avrebbe voluto utilizzare in una separazione civile contro la moglie.

Non viene trovata alcuna immagine e gli vengono restituiti computer e dispositivi digitali. Nel frattempo apprende che la moglie lo avrebbe accusato di abbandono economico e materiale “Non avevo nemmeno i soldi per ricaricare il cellulare, le ricariche me le faceva mia sorella … non avevo abiti e versavo in stato di povertà”.

Una rapida ricerca tra le ricevute bancarie degli ultimi due anni rivela invece un’altra realtà. La moglie aveva prelevato in contanti più di 43mila euro, e un inventario di quanto restituito all’americana documenta decine di abiti firmati, lingerie e soprabiti.

Una perizia psicodiagnostica su quattro anni di scambi di email tra i due coniugi dimostra la totale insussistenza delle accuse di maltrattamento: il profilo psicologico che emerge non è compatibile con quello di una vittima di vessazioni o maltrattamenti.

Le email sono un susseguirsi di frasi come:

“Amore mio mi manchi da morire…”
“Mi manchi da morire amore, non trovo altri modi per dirtelo. Ti amissimo.”
“Mi manchi amore, mi manchi tantissimo. Non vedo l’ora che torni e comunque non avevo bisogno della lontananza per capirlo: io ti amissimo.”
“Compra i profilattici, c’è l’ultimo ed abbiamo tutto il weekend davanti.”

Affermazioni che non necessitano di un approfondito studio psicologico per essere comprese. Le email sono tutte un fiorire di testimonianze di amore e di sensazioni di assenza e mancanza del marito. Una vittima di maltrattamenti non auspica che il proprio aguzzino torni a casa presto, anzi spera che stia lontano più tempo possibile.

Una perizia neuropsichiatrica infantile disposta dal Tribunale per i minorenni esclude che i bambini siano stati vittime di violenze dirette o assistite. Gli accertamenti psicodiagnostici riportano un clima familiare precedente al sequestro sereno, e chiare sofferenze dei bambini per la disgregazione del nucleo familiare violentemente e immotivatamente imposta dalla madre.

Le relazioni degli assistenti sociali sono interamente in favore del papà, e i disegni eseguiti dai bambini dimostrano struggentemente il loro amore per il padre e la sua mancanza.

Al Tribunale per i minorenni la donna americana ammetteva di essere convinta che il marito avesse instaurato una relazione extra-coniugale con una donna più giovane da circa 17 mesi, e che l’unica cosa che la preoccupava di un affidamento congiunto è che il padre non le avrebbe consentito di andare all’estero con i bambini, sostenendo con tale affermazione la sua reale motivazione alla richiesta di un affidamento esclusivo.

Le falsificazioni delle immagini con Photoshop.
Per giustificare la fuga da casa con i figli, l’americana produce due immagini fotografiche che documenterebbero, a suo dire, gli eritemi e le ecchimosi dovute a un tentativo di “strangolamento” occorso alcuni giorni prima di andare via da casa.
La fortuna però non gioca in favore della giovane americana. Poche ore dopo il presunto strangolamento era presente presso l’abitazione anche la famiglia della moglie, e il marito scattava alcune fotografie con una fotocamera reflex professionale ad alta risoluzione. Dalle fotografie del marito non emergevano eritemi o ecchimosi di alcun tipo. Il padre decide così di far eseguire una perizia informatica sia sulle immagini prodotte dalla moglie, che su quelle da lui scattate poche ore dopo.

Le perizie concluderanno che le immagini prodotte dalla donna non sono originali, sono state acquisite con un telefono cellulare Samsung J3 ma modificate dieci giorni dopo su un personal computer con il noto programma di fotoritocco Adobe Photoshop. Le immagini scattate dal marito sono invece originali e non modificate.

Inoltre il perito ha effettuato una sovrapposizione digitale di due immagini simili facendo combaciare punti di repere anatomici (la sporgenza della cartilagine tiroidea e l’angolo mandibolare sinistro) per dimostrare che nelle medesime aree cutanee gli “arrossamenti” o ecchimosi presenti nelle immagini prodotte dall’americana (contraffatte con il programma di fotoritocco Adobe Photoshop) sono totalmente assenti nelle immagini scattate dal marito poche ore dopo e risultate genuine.

Le inadempienze del Tribunale per i minorenni.
La malafede e il dolo della donna americana fanno purtroppo il paio con gravi inadempienze del Tribunale per i minorenni, istituzione preposta esclusivamente alla tutela dei minori, ma che in questo caso è risultata strutturalmente inefficiente, quando non addirittura pericolosa per gli stessi minori.

Per evitare una strutturazione del trauma psichico le decisioni relative ai minori devono essere prese nei tempi più rapidi possibili. Se uno dei genitori è causa di trauma psichico nei bambini si impedisce al genitore di vedere i figli, viceversa se non emergono criticità comportamentali nei minori riconducibili ad ipotesi post traumatiche, o se addirittura il trauma dei minori è causato dalla brusca disgregazione del nucleo familiare, il giudice deve immediatamente consentire gli incontri genitore-figli: nel superiore interesse dei minori.

La perizia neuropsichiatrica infantile disposta dal Tribunale per i minorenni escludeva che i bambini fossero stati vittime di violenze dirette o assistite. Il neuropsichiatra infantile dichiarava che “A queste considerazioni vanno aggiunte le valutazioni specialistiche … che allontanerebbero i dubbi circa una sofferenza direttamente correlata all’esposizione di comportamenti violenti sugli stessi”. Cioè i bambini non avevano mai assistito a comportamenti violenti durante la loro vita a casa.

Relativamente alla donna americana, la perizia neuropsichiatrica terminava addirittura suggerendo che sarebbe stata “Utile, peraltro, la presa in carico in spazi neutri dedicati al fine di favorire una maggiore consapevolezza nella donna del suo ruolo genitoriale”.

Il Tribunale per i minorenni invece lasciava i minori affidati alla madre, convivente con i genitori, e continuava ad impedire al padre di vedere liberamente i figli, disponendo che li vedesse un’ora a settimana presso uno spazio neutro, rigettando la richiesta di visite al di fuori dello stesso spazio neutro persino per il periodo natalizio e per il compleanno dei figli.

La perizia psichiatrica eseguita sui genitori, mediante somministrazione di test cosiddetti oggettivi, i test proiettivi di Rorschach, forniva invece strani risultati che mettevano in allarme il consulente del padre, che faceva a sua volta periziare da un esperto in Rorschach i test somministrati ai due genitori.

La perizia eseguita sui test di Rorschach somministrati ai genitori mostrava un “errore grossolano” che “porterebbe ad effettuare seri errori diagnostici”, non potendo così pervenire ad una corretta diagnosi testologica per i due Rorschach somministrati ai genitori.

Il perito concludeva che “è indubbio che vi sia un vizio procedurale (uso improprio delle tavole di localizzazione) ed in scienza e coscienza, a mio modo di vedere, tale somministrazione risulta inevitabilmente inquinata da errori, compreso il fatto che un perito esterno non ha possibilità di verificarne la validità. Anche per questo tali protocolli, a mio modo di vedere, non andrebbero considerati validi a fini diagnostici”.

Il padre, per colmare le gravi lacune valutative del Tribunale per i minorenni, si faceva sottoporre ad una nuova perizia psichiatrica presso una struttura Universitaria, questa volta correttamente siglata e refertata. Tale perizia concludeva affermando che “Il funzionamento psichico globale mostra una personalità armonica e ben integrata. Sono assenti psicopatologie della personalità, sindromi psichiatriche, sintomatologia significativa e tratti di personalità degni di attenzione clinica”.

La donna americana non è stata ulteriormente valutata mediante una corretta perizia, pertanto è impossibile sapere se sia affetta da qualche patologia psichiatrica.

Il Tribunale per i minorenni ha quindi “sbagliato” la valutazione psichiatrica sui genitori, ignorato l’esito della perizia neuropsichiatrica infantile dallo stesso Tribunale disposta, ignorato le relazioni degli assistenti sociali e i disegni dei bambini. Ha inoltre affidato i bambini a una donna che potrebbe essere affetta da una patologia potenzialmente capace di esporre a rischi i minori.

Epilogo (temporaneo).
Il momento storico sicuramente non gioca in favore del papà in questa triste storia. Le notizie di cronaca descrivono una realtà in cui la donna è quotidianamente a rischio e meritevole di tutele e protezioni particolari. Ciò può comportare di converso, in alcuni operatori del settore (psicologhe, giudici), una visione estremista e totalizzante che rischia di compromettere una serena valutazione dei fatti.

Inoltre i disturbi di personalità di chi è deputato a dirimere le controversie possono altresì aggravare la situazione. Comportamenti narcisistici (da Ego della bilancia) da parte di alcuni operatori, o i timori per un curriculum macchiato da parte di giovani pubblici ministeri, possono indurre le autorità a non ammettere lo sbaglio e addirittura a cercare di metterci le pezze coprendo gli errori con ulteriori errori.

L’epilogo di questa vicenda è ancora temporaneo (verosimilmente gli strascichi giudiziari continueranno per anni) e la situazione è tuttora in evoluzione.

Il padre ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica distrettualmente competente per far valutare l’operato del Tribunale per i minorenni, e ha nuovamente denunciato la moglie, per connessione ai sensi dell’art. 11 c. 3 c.p.p. in concorso, per il reato di sequestro di persona configurato dall’art. 605 c.p. con l’aggravante di essere commesso in danno di un minore di anni 14. Reato che prevede una pena edittale massima di 15 anni.

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Disegni dei bambini eseguiti prima del sequestro.

Disegni dei bambini eseguiti dopo il sequestro, alla presenza degli operatori dei Servizi Sociali.

Ricevute dei prelievi bancari in contanti effettuati dall’americana nel 2015.

Ricevute dei prelievi bancari in contanti effettuati dall’americana nel 2016.

Fotografie di alcuni degli abiti della moglie americana.

Quattro anni di email e valutazione psicodiagnostica.

Perizia neuropsichiatrica infantile sui minori.

Perizia informatica sulle fotografie prodotte dai genitori.

Perizia sui test di Rorschach somministrati dal Tribunale per i minorenni ai genitori.

Relazione Psicodiagnostica del padre con Rorschach (nuova perizia)